Indypendentemente è una rete.
Nasce dall’intento di mettere in collegamento le realtà indipendenti dell’arte e della cultura, dalle scene teatrali alle libreria, dalle riviste letterarie e di opinione ai blog culturali, dagli editori alle associazioni.
In-de-pendere*, non pendere sotto a nulla. Ciò che meglio caratterizza queste realtà indipendenti è proprio il fatto di non agganciare il proprio senso e la propria esistenza a sovrastrutture dominanti, che queste si chiamino mercato, o istituzioni o semplicemente conformismo di idee. Non sono mele che pendono tutte uguali da uno stesso albero, sono i più diversi fiori di un prato senza confini. Diversità e specificità, infatti, costituiscono un’altra fondamentale cifra degli indipendenti. Recentemente si usa parlare di “bibliodiversità” in relazione al mercato librario: bibliodiversità come bene da preservare contro il pensiero omologante e ristretto imposto dalle industrie del libro, contro la logica della classifica da autogrill, contro la googlizzazione del nostro sapere nel Libro Unico della digitalizzazione universale. L’esistenza di una “biodiversità culturale” e la necessità di una sua tutela possono però essere estese a tutte le realtà indipendenti sopra descritte, le quali, nella loro “mancanza di agganci” e nella loro unicità, sono per natura tanto preziose quanto fragili. Per queste realtà, fare sistema – un sistema orizzontale, dinamico e plurale sotto la bandiera dell’indypendenza – è il modo migliore di tutelarsi e valorizzarsi, cercando nuove forme di cooperazione e mettendo in campo meccanismi virtuosi per una vera economia della cultura. (C.L.)
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